I green bond sono ancora la soluzione preferita dagli investitori per contribuire al finanziamento della transizione energetica

I green bond sono ancora la soluzione preferita dagli investitori per contribuire al finanziamento della transizione energetica

Milano, 23 ottobre 2024 - Amundi, primo asset manager europeo fra i primi 10 operatori a livello mondiale[1], valuta ogni anno l'impatto ambientale delle sue strategie green bond e analizza le tendenze del mercato sottostante.  

Questa valutazione è al centro di una relazione d'impatto annuale. In questo documento Alban de Faÿ, fund manager per le strategie Green Bonds di Amundi, ha affermato: "I green bond contribuiscono al percorso verso un'economia a zero emissioni di carbonio attraverso il finanziamento di progetti ambientali in settori come la produzione di energia rinnovabile, l'efficienza energetica, la gestione sostenibile dei rifiuti e delle acque, l'uso sostenibile del territorio e la mobilità a basse emissioni di carbonio. Una delle loro caratteristiche principali è la trasparenza, che consente agli investitori di sapere come vengono utilizzati i fondi raccolti, quali progetti verdi vengono finanziati e di stimare il beneficio ambientale."

Green bond, un mercato ampio e maturo in cui l'Europa è all'avanguardia

Il mercato delle obbligazioni verdi è cresciuto notevolmente negli ultimi quindici anni:

  • a fine dicembre 2023, questo mercato rappresentava 1.834 miliardi di euro[2] (+29% rispetto al 2022);
  • il volume delle nuove emissioni ha raggiunto i 405 miliardi di euro nel 2023, in linea con l'anno precedente. La ripartizione degli emittenti rimane pressoché invariata: gli enti sovrani e sovranazionali dominano il mercato con il 27% delle emissioni verdi;
  • l'euro rimane la valuta di emissione di riferimento e rappresenta il 50% del mercato verde globale. Ciò riflette il ruolo guida dell'Europa nella lotta al riscaldamento globale.

Il mercato beneficia di una buona diversificazione settoriale e geografica 

  • Il settore bancario rimane il più attivo nel segmento degli emittenti privati;
  • le società di utility sono oramai emittenti regolari e alcune emettono esclusivamente in formato green bond;
  • l'Europa è ancora leader, con una quota di mercato del 41% nel 2023. Il recente accordo per la creazione di un nuovo standard europeo per i green bond ("EuGB Standards") dovrebbe aumentare ulteriormente l'attrattiva e la crescita del mercato;
  • i paesi emergenti stanno partecipando a questa dinamica. India, Brasile, Egitto e Turchia, ad esempio, hanno emesso obbligazioni sovrane verdi inaugurali nel 2023.

Con la crescita della consapevolezza dei problemi ambientali e il cambiamento di atteggiamento, cambiano anche le pratiche aziendali. Di conseguenza, le performance finanziarie non sono più considerate come elementi a sé stanti, ma alla stessa stregua delle performance sociali e/o ambientali.

Lanciata nel novembre 2016, la strategia Amundi Responsible Investing Impact Green Bonds mira a finanziare la transizione energetica, investendo esclusivamente in green bond che abbiano un impatto misurabile e positivo sull'ambiente.

La filosofia di investimento dei fondi verdi è in linea con i framework di riferimento come gli Accordi di Parigi e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs). Il loro processo di gestione risponde a standard di settore come quelli definiti dal Global Impact Investing Network (GIIN[3]), che annovera tra le caratteristiche principali l'intenzione di contribuire a generare un impatto sociale o ambientale positivo, di monitorare la performance dell'impatto e di fornire evidenza dell'impatto raggiunto dagli investimenti.

Nell'ambito delle sue ambizioni ESG per il 2025, Amundi si è posta l'obiettivo di raggiungere 20 miliardi di euro in investimenti d'impatto ampliando la sua gamma di soluzioni, fino a raggiungere 13,2 miliardi di euro a fine 2023. Nel 2021 Amundi ha sviluppato una metodologia proprietaria per garantire il rispetto degli standard più elevati prima di selezionare un investimento a impatto. La valutazione degli investimenti d'impatto, effettuata dai team ESG di Amundi, si basa su un processo in tre parti: intenzionalità, misurabilità e addizionalità.

L’engagement è una parte essenziale dell'addizionalità e di tutti gli investimenti di Amundi e mira a migliorare le strategie e le attività delle aziende. L’engagement deve quindi essere proattivo, orientato ai risultati e tenere conto della doppia materialità. Si tratta di un approccio continuo e mirato che è essenziale per il nostro approccio ESG complessivo.

Footnotes

 

  1. ^ [1] Fonte: IPE “Top 500 Asset Managers” pubblicato a giugno 2024, sulla base delle masse in gestione al 31/12/2023
  2. ^ [2] Considerando le emissioni sopra i 250 milioni di euro
  3. ^ [3] https://thegiin.org/

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A proposito di Amundi

A proposito di Amundi

Primo asset manager europeo fra i primi 10 operatori a livello mondiale[1], Amundi propone ai suoi 100 milioni di clienti - privati, istituzionali e corporate - una gamma completa di soluzioni di risparmio e di investimento in gestione attiva e passiva, in asset tradizionali o reali ulteriormente arricchita da strumenti e servizi IT che coprono l'intera catena del valore del risparmio. Controllata del gruppo Crédit Agricole, Amundi è quotata in Borsa e gestisce oggi AUM per quasi 2.200 miliardi di euro[2]

Grazie alle sei piattaforme di gestione internazionali[3], alle capacità di ricerca finanziaria ed extra-finanziaria ed all’impegno di lunga data nell’investimento responsabile, Amundi è un nome di riferimento nel settore dell’asset management.

I clienti di Amundi possono contare sulle competenze e sulla consulenza di 5.500 professionisti in 35 paesi.

Amundi, un partner di fiducia che lavora ogni giorno nell’interesse dei suoi clienti e della società

www.amundi.com    

Footnotes

 

  1. ^ [1] Fonte: IPE “Top 500 Asset Managers” pubblicato a giugno 2024, sulla base delle masse in gestione al 31/12/2023
  2. ^ [2] Dati Amundi al 30/09/2024
  3. ^ [3] Boston, Dublino, Londra, Milano, Parigi e Tokyo

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